A più di quattro anni dal voto che ha portato la Gran Bretagna fuori dall'Unione Europea, Francoforte sta emergendo come il nuovo fulcro tra le capitali finanziarie dell'UE; sembra che stia sostituendo la “City”, come polo di attrazione dell'attività bancaria, tanto ambita dalle altre contendenti come Parigi, Milano e Amsterdam.
C’è da riposizionare la stella polare della finanza?
Staremo a vedere; certo i segnali che trapelano, qualcosa lo lasciamo intendere.
La Bundesbank ha stimato che le banche non tedesche potrebbero trasferire 675 miliardi di euro nella più grande economia europea. Si tratta di poco più della metà dell'importo totale delle attività (€ 1,3 trilioni) che la BCE aveva stimato sarebbero state trasferite all'eurozona dalla Gran Bretagna prima della Brexit. Dopo il voto, i giganti bancari Morgan Stanley, JP Morgan e Goldman Sachs hanno dichiarato che trasferiranno più di 350 miliardi di euro di asset da Londra alla Germania. Più di 60 banche internazionali si sono iscritte all'autorità di regolamentazione finanziaria tedesca BaFin.
Nel mondo bancario quelli che si sono già trasferiti a Francoforte credono che altri si uniranno a loro perché il 1° gennaio le società finanziarie con sede nel Regno Unito hanno perso i loro "diritti" per fare affari con i clienti nell'UE. Anche se, poi, le modalità sono sempre state trovate.
Già da tempo la città sul Meno ha assunto un’importanza strategica nel mondo della finanza, è qui che ha sede la BCE ed anche la Deutsche Bank.
Quindi c’è da puntare su Francoforte?
Non lo so, il mondo è in continuo cambiamento e quello finanziario non dorme mai.. poi c’è tutto quello che ruota intorno alla finanza alternativa, fatto da blockchain, piattaforme digitali e open banking (che riprenderemo a breve).
Ma un dato di fatto c’è. Questo comporta porre attenzione e monitorare gli eventi.
Le banche sono sempre diffidenti nell'annunciare i loro movimenti, ma in privato dicono ai loro clienti “siamo già a Francoforte e siamo pronti per te."
Occhi aperti.
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