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Immagine del redattoreBruno Capozzi / Business Intelligence

DALLA TESSERA ANNONARIA AL GREEN PASS

La decisione dei Governi di introdurre l’obbligo del Green Pass per l’accesso a determinati servizi e/o locali pubblici suscita in chi scrive un parallelo mentale con un’altra tessera, quella annonaria per il razionamento del cibo durante la Seconda Guerra Mondiale.



Ad oggi il paragone appare (fortunatamente) eccessivo perché negli anni dal 1941 al 1945 le privazioni alimentari erano davvero rigide e scatenarono la “borsa nera” degli alimenti per chi se lo poteva permettere oppure determinavano lunghissime file davanti ai pochi negozi di generi alimentari.


Si dirà che quella tragedia umana non possa essere minimamente paragonata a quella che stiamo vivendo ai giorni nostri se non altro per il numero di vittime (60/68 milioni contro, ad oggi, oltre 4 milioni per il Covid-19) tuttavia l’analogia la si può cogliere nel concetto che se possiedi il determinato documento puoi accedere all’erogazione del servizio o all’acquisto del prodotto, altrimenti no e devi provvedere in un altro modo.



Questo strumento andrà sicuramente affinato e coordinato fra i vari governi ma probabilmente sarà esteso negli utilizzi del nostro vivere quotidiano e, costituendo un freno o un rallentamento alla ripresa economica che si sta palesando, è lecito aspettarselo solo dopo l’estate; i Cancellieri e i Presidenti devono infatti bilanciare le esigenze sanitarie con quelle economiche cercando continuamente un equilibrio tra le due contrapposte fattispecie.


Essendo ormai sdoganato da tempo il concetto che quella al Covid-19 è comunque una guerra fatta con armi non convenzionali si potrebbe obiettare perché in questo caso non si agisca per analogia come nelle guerre tradizionali: dopo l’11 settembre fu scatenata, a torto o a ragione, una guerra contro Al Qaida e poi dopo contro l’Isis direttamente nei paesi ritenuti base o rifugio di tali organizzazioni criminali; occorrerebbe una task force internazionale per vaccinare le popolazioni dei paesi meno organizzati ma ad alta densità urbana nei quali si moltiplicano le varianti che poi vengono esportate in tutto il mondo.


Costerebbe sicuramente meno dei punti di PIL che le varie nazioni lasciano sul tavolo da un anno e mezzo a questa parte ma è palese che trovare un accordo in questo senso sia quanto meno arduo: gli interessi contrapposti sono poderosi e quindi andremo avanti così a rincorrere le varianti del virus con le varianti dei vaccini e il razionamento dei servizi con il Green Pass.

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