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Immagine del redattoreAntonella Lorenzini / Strategia d'Impresa

QUESTO FUTURO “Più di tutto mi ricordo il futuro”*- Dati alla mano, professioni, competenze -



⌘ Overview:

Ho annotato la frase* di Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí i Domènech, perché pensare al futuro nel giugno 2021 può essere professionalmente frustrante ed eccitante allo stesso tempo. Noto e sconosciuto insieme. La crisi sanitaria ha cambiato totalmente la prospettiva del mercato del lavoro, aprendo una fase inedita che ha stravolto tutti i principali indicatori economici a livello globale (6,8 nell’Eurozona) - a causa del blocco internazionale dei commerci, della frammentazione delle catene del valore e della difficoltà degli spostamenti - per poi far intendere una crescita del 3,4% nel 2021 (+3,7 nell’UE e +3,8 nell’Eurozona) e del 3,5% nel 2022 (+3,9 nell’UE e +3,8 nell’Eurozona). Dato sul mercato del lavoro, tra dicembre 2019 e dicembre 2020 si è registrato un calo degli occupati pari a 1,9 punti percentuali, ossia 444mila unità, mentre il tasso di disoccupazione sul totale della popolazione è è sceso al 9% (-0,6%) con una crescita degli inattivi del 3,6%, ovvero 482mila unità.


EY, Pearson Italia e ManpowerGroup hanno pubblicato i risultati di una ricerca finalizzata ad approfondire le dinamiche occupazionali italiane dei prossimi dieci anni a partire dal 2019.


“L'obiettivo era triplice:

· individuare le professioni e le competenze maggiormente richieste dal mercato del lavoro attuale e futuro;

· identificare le azioni e gli strumenti necessari per contrastare i fenomeni del mismatch − o disallineamento − tra gli esiti dei percorsi formativi e i requisiti di occupabilità (employability);

· fornire indicazioni per l’orientamento occupazionale e formativo a contrasto della dif coltà strutturale di inserimento/rein serimento nel mercato del lavoro (disemployability).


Attraverso questo studio si è inteso quindi analizzare le modalità con le quali l’occupazione cambierà, in uno scenario di medio-lungo periodo, in risposta al variare di alcuni macrotrend chiave quali: la sostenibilità ambientale, l’urbanizzazione, la crescente disuguaglianza sociale, l’incertezza politica, il cambiamento tecnologico, la globalizzazione”


Lo scenario in uscita da questa ricerca previsto per il 2030 descrive una tendenza occupazionale positiva, in qualche caso anche significativamente positiva, per un’ampia gamma di professioni: non solo quelle legate alla tecnologia, ma anche a istruzione e formazione, alla comunicazione, ai servizi di cura e al supporto alla persona. Per altre, invece, si prevede un trend discendente anche considerevole. Trasformazioni così rilevanti, che interesseranno nel breve volgere di un decennio un numero estremamente ampio di lavoratori, devono essere governate con consapevolezza degli obiettivi e degli interventi da realizzare. Anche le Imprese sono e saranno lo scenario di questo mutamento. Si continua a legge nello studio citato “ Più che mai necessario diviene prevedere investimenti nei sistemi di istruzione e formazione tenendo conto delle reali necessità delle professioni del futuro, ma soprattutto di scongiurare quello che emerge come il rischio più grande legato alle trasformazioni in atto e accelerate dal Co-vid19, ossia lo spostamento del focus del problema occupazionale dal mismatch tra domanda e offerta di competenze alla difficoltà strutturale di inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro (disemployability)”


A pag. 27 dello studio citato si riporta la tabella sotto la numerosità per ciascun grande gruppo professionale analizzato nel processo di trasformazione.



Le Tendenze occupazionali oggetto delle previsioni sull’evoluzione della domanda di professioni in Italia nei prossimi dieci anni hanno seguito la classificazione nazionale delle professioni CP2011, raccordata con le omologhe europee e inter-nazionali, prodotta da ISTAT.


La classificazione CP2011 è una struttura organizzata in raggruppamenti, articolati su 5 livelli: i grandi gruppi professionali (9), i gruppi (37), le classi (129), le categorie (511) e le unità professionali, di seguito UP1 (800).


Nella Tabella sopra, sono riportate le numerosità per ciascun grande gruppo professionale, secondo la classificazione CP2011. Tra queste: • il 43,50% (345 professioni) risulta in decrescita; • il 20,30% (161 professioni) risulta stabile; • il 36,20% (287 professioni) si prevede in crescita.


La panoramica di oggi riflette l’esigenza di conoscere, per un corretto orientamento della governance, i megatrend che influenzeranno maggiormente il mercato del lavoro; quali professioni crescerenno/descresceranno e quali emergeranno di nuove in Italia da oggi al 2030; i complessi processi trasformativi delle professioni che si delineeranno da qui al 2030; quali saranno le competenze fondamentali associate alle professioni in crescita e che dovrebbero essere incluse in qualsiasi programma educativo e/o formativo che miri ad aumentare l’occupabilità delle Persone, dei Professionisti e quindi della crescita dell’Impresa; quali saranno le competenze aggiuntive che, in maniera differente per ciascuna professione, sono associate a tendenze occupazionali valutate in crescita.


Il tema quindi potrebbe essere consapevoli di spendere qualche riflessione in analisi del proprio posizionamento attuale e del mercato dei consumatori prima di decidere, o non decidere, cosa e come sia meglio governare o reindirizzare la propria Impresa o Professione, a partire da questo giugno 2021 ed il suo futuro.


⌘ La Practice

Abbiamo ben chiara testimonianza in questo periodo che le Professioni non sono un insieme statico e immutabile ma, al contrario, il mercato in cui sono inserite è estremamente mutevole e si deve adattare costantemente alle richieste delle Imprese e queste ultime alle leggi della globalizzazione e dei suoi mutamenti ed impatti che non sono fenomeno reversibile.


I processi trasformativi che coinvolgono le Professioni di carattere non lineare che alla luce dei dati pubblicati emergono, possono applicarsi anche alla riflessione della trasformazione della tua Impresa, all’analisi dell’attualità e sostenibilità ed adeguamento del core:

“• creazione • distruzione • mutazione.”


la creazione di una settorialità (business line/unit) per scissione di competenze dal proprio prodotto/servizio/modello esistente. La nuova trasformazione sarà data da una proposta che costituisce un sottoinsieme del core di origine. La scissione descrive le dinamiche di specializzazione di una linea di prodotto/servizio/modello di business.In generale, l’Impresa di origine potrebbe sopravvivere o morire in funzione della nuova creazione.

la creazione di una settorialità (business line/unit) per fusione di competenze/servizi/prodotti provenienti da due o più realtà esistenti sul mercato che si sono cercate rendendosi conto della impossibilità di rimanere singolarmente sostenibili, ad una manca la competenza/organizzazione dell’altra per rimanere competitive, di senso nel mercato che si prospetta nel del decennio. La fusione di due o più realtà che ridisegna il core business trasformato prevede la creazione di una nuova realtà e la contemporanea distruzione dei singoli modelli precedenti alla fusione;

la mutazione di una settorialità (business line/unit) o dell’insieme per ibridazione, cioè una Organizzazione evolve “copiando”, facendo proprio, un sottoinsieme di modelli/comportamenti/ competenze/risorse umane/modelli finanziari propri di altre Organizzazioni del target attualizzato per rimanere sul mercato.



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