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Immagine del redattoreAntonella Lorenzini / Strategia d'Impresa

TRE R DI QUESTO 2021 DA TENERE SOTTO OSSERVAZIONE: RECOVERY PLAN- RIPRESA E RIFORME


⌘ Overview:


Tenere il passo con le Agende ed i colpi, son solo di scena, del contesto nostrano e mondiale di questo ultimo anno non è facile ed attendo, forse non da sola, la milestone economica di conduzione che viene introdotta ad Imprese e Professionisti, tra gli altri: indicazioni dettagliate sulla Governance del Recovery Plan a Maggio.


Oggi è lunedì 3 Maggio. Dico questo perché il Presidente del Consiglio dei Ministri Draghi ci ha detto in merito: “Nell'insieme dei programmi c'è anche e soprattutto il destino del Paese".


Qualche numero di questa prima R: come sottolineato da Draghi in Parlamento, il Piano complessivo mette a disposizione 248 miliardi. Si riferisce, a quanto si può intendere, al complesso dei progetti e non unicamente a quelli previsti da Next Generation EU, che hanno un orizzonte temporale al 2026.


Nel dettaglio dedicate a questi ultimi, le risorse ammontano a 235,6 miliardi:


· 13,5 del programma React-Eu.

· 191,5 della Recovery and Resilience Facility [RRF]

· 30,6 dal Fondo Complementare [da Fasi.biz Fondo complementare]

191,5 miliardi del RRF si dividono in 122,6 miliardi di euro in prestiti e 68,9 miliardi di euro in sovvenzioni .


Il Regolamento RRF in versione rilasciata recita il 70% delle sovvenzioni ed entro il 30 giugno 2022 - in base all’andamento del PIL degli Stati membri registrato nel 2020-2021 secondo le statistiche ufficiali – verrà determinato il resto. L’ammontare dei prestiti RRF all’Italia è stato stimato in base al limite massimo del 6,8% del reddito nazionale lordo d’accordo con la “task force” della Commissione.


Nel contesto i fondi destinati a programmi “aggiuntivi”, cioè al di fuori di quanto già previsto dai programmi di finanza pubblica prima del Recovery, si attesta a 182,7 miliardi, compresa l'anticipazione del Fondi nazionali sviluppo e coesione per 15,8 miliardi. Vediamo la tavola 4.1 pubblicata:



Continuiamo il nostro osservatorio per la seconda R, le riforme previste.


In ogni lingua che abbiamo ascoltato, la keyword dei Recovery Plan di tutti i Paesi europei è Riforme. Riforme che non vanno solo indicate in un indice, ma che la Commissione europea – che le ha inserite come parte integrante parte integrante del Piano – vuole spiegate nel dettaglio.


Draghi, nel Piano che ha comunicato, suddivide in tre categorie: riforme orizzontali, riforme abilitanti e riforme settoriali:


- riforme orizzontali, o di contesto, riguardano innanzitutto Pubblica amministrazione e giustizia;


- riforme abilitanti, destinate a garantire attuazione e massimo impatto agli investimenti [incluse semplificazione e razionalizzazione della legislazione e promozione della concorrenza];


- riforme settoriali, specifiche misure consistenti in innovazioni normative relative a determinati ambiti di intervento o attività economiche, destinate a introdurre regimi regolatori e procedurali più efficienti nei rispettivi ambiti settoriali.


Ma dove cercare la terza R citata, quella Ripresa che è il fine di tutti questi mezzi a disposizione?


Come addetta ai lavori di Strategia e Governance di Impresa, tengo gli occhi aperti sulla ripartizione delle Risorse per Mission ed i settori relativi:


· Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura [40,73 miliardi]

· Rivoluzione verde e transizione ecologica [59,33 miliardi ]

· Infrastrutture per una mobilità sostenibile [ 25,13 miliardi]

· Istruzione e ricerca [30,88 miliardi]

· Inclusione e sociale [19,81 miliardi ]

· Salute [15,63 miliardi]


[Nel dettaglio qui in basso il pdf “ Testo aggiornato trasmesso al Senato lunedì 26 aprile 2021 alle ore 13.57” ]



In sintesi vediamo, al momento, che il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza di Draghi dà indicazioni in fieri [ forse anche draft] sulla Governance.


Sappiamo la regia sarà di Palazzo Chigi insieme a MEF, coinvolgendo Ministeri e Enti locali. Non ci resta che attendere i dettagli che dovrebbero arrivare con un apposito provvedimento, appunto a maggio. In cammino, maggioranza e parti sociali pressano per avere un ruolo. Il nostro di Imprenditori e Professionisti che peso avrà?


⌘ La Practice:


Come ogni addetto alla Strategia e Governance d’Impresa sa bene, non è saggio confondere gli strumenti con il processo stesso che dovrebbero sostenere e non certo sostituire, per quanto siano utili. Così anche in questo nostro contesto italiano, ma purtroppo anche europeo ed oltre, resta ancora aperta la partita sulla Governance. Partita che sembra coinvolgere sempre più giocatori, dai partiti alle parti sociali, ognuno interessato ad avere un posto nella Governance del Piano.


Il decreto atteso per maggio, come dicevamo in overview, è molto vasto e l’esperienza insegna che ci sono molte probabilità che conduca ad un confronto acceso per decidere chi è dentro e chi è fuori.


Non dimentichiamo anche la richiesta di valutazione delle ricadute economiche ed occupazionali delle misure del Recovery Plan, che tradotto significa che si richiede una presenza nella Governance per controllare, verificare e monitorare lo stato d’attuazione del Pnrr.


La Practice di oggi quindi raccomanda di non perdere di vista le tre R di apertura per dare un orientamento alla propria trasformazione, meglio direi evoluzione, d’ Impresa e Professionale ed iniziare senza troppo attendere un metodo di rilevazione e valutazione del proprio core in linea con quanto il mercato richiede. Iniziamo dal metodo T+R=Sd e Innovazione Tecnologica di processo https://www.cartesiostudio.com/post/innovazione-tecnologica-di-processo-idea-astratta-o-utile-metodo-di-governance-per-la-tua-impresa ed innoviamo la ricerca del proprio spazio commerciale e posizionamento https://www.do-it-agile.com/early-adopters-programme



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