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Immagine del redattoreAntonella Lorenzini / Strategia d'Impresa

È nuovo boom economico? Le PMI industriali e la Classe Media emergente.


⌘ Overview:

Quest’ ultima panoramica prima delle ferie di ferragosto non riesce a sottrarsi alla domanda che gli operatori più o meno ottimisti, ma anche qualificati, si stanno ponendo dopo i dati PIL appena pubblicati: siamo in odore di nuovo miracolo economico italiano?


Dopo venti anni vicini alla crescita zero, il Pil italiano, secondo le stime del Fmi aggiornate al 27 luglio, è atteso in aumento del 4,9% nel 2021 e poco meno nel 2022. Questo biennio quindi diventa innesto per un ciclo positivo che rappresenta un’occasione straordinaria per l’industria italiana. Il Fondo monetario internazionale pure si aspetta che dopo il -8,9% registrato nel 2020 il Pil italiano cresca del 4,9% (+0,7% rispetto alla stima di aprile) nel 2021 e del 4,2% nel 2022 (+0,6%). Più anche della Germania, il cui Pil è atteso crescere del 3,6% quest’anno e del 4,1% il prossimo. Interessante però per le Imprese è anche la lettura del contesto. Per esempio Fabio Arpe – per dire un operatore del mercato finanziario che ha vissuto il boom economico - sostiene in una intervista ad Industria Italiana che “siamo di fronte a un cambio di paradigma.


Dagli anni ‘30 ai ‘70 il mercato è stato dominato da politiche keynesiane spinte che hanno portato al boom economico e all’inflazione buona degli anni ‘70 e quella meno buona degli ‘80. Poi con il trattato di Maastricht è iniziata la stagione delle politiche fiscali restrittive. La diminuzione della domanda pubblica ha portato ad un’iniziale diminuzione dell’inflazione cui si sono aggiunti fenomeni esterni che la hanno ulteriormente spinta al ribasso. In particolare l’introduzione di manodopera a basso costo– quella dei Paesi dell’Est Europa dopo la caduta del muro di Berlino e il concomitante ingresso sul mercato del lavoro di un miliardo di cinesi. Fenomeni che hanno portato a sperimentare periodi di deflazione”.


Post Covid “ci si è resi conto che la politica monetaria da sola non basta. Dalla Lagarde dell’Fmi che imponeva politiche di austerità alla Grecia, si è passati ad una Lagarde a capo della Bce che guarda, oltre all’inflazione come obiettivo della politica monetaria, anche alla crescita economica ed invita i governi ad aumentare la spesa. Il patto di stabilità è stato sospeso per lo meno fino al 31 dicembre 2022. Le banche centrali hanno iniziato a dire che l’inflazione al 2% è un obiettivo medio. Si è dunque disposti anche ad accettare un livello più elevato rispetto a quella soglia che negli anni passati era considerata inviolabile.


Oggi si attuano politiche monetarie e fiscali estremamente espansive. A tali fenomeni si aggiunge che sono in atto riforme fiscali a livello globale volte a tassare le grandi multinazionali e a ridurre le aliquote fiscali per aumentare il potere di acquisto della classe media. Da rammentare che il vero boom economico si attua quando si ha una classe media in grado di spendere. Tutto ciò, comporterà, ragionevolmente, anni di importante espansione economica a livello mondiale”.


Condividiamo anche uno sguardo agli strumenti di cui si continua a parlare con favore. Tra questi la misura di Simest che sembra volta a stimolare, migliorare e salvaguardare la solidità patrimoniale delle PMI che hanno esportato per almeno il 35% del fatturato nell’ultimo anno (o per il 20% medio degli ultimi due bilanci). Qui in basso il pdf “Guida Sismest” Il finanziamento agevolato è erogato direttamente da Simest a un tasso fisso pari al 10% del tasso di riferimento comunitario, con importo massimo del finanziamento di 800mila euro, calcolato nel limite del 40% del patrimonio netto dell’impresa richiedente.



⌘ La Practice:

La riflessione di oggi va quindi a come tradurre nella pratica della PMI il vantaggio che questo contesto prospetta.


Come spesso Cartesio Consulting consiglia alle PMI, cambiare approccio agli Assets Aziendali: la PMI deve patrimonializzarsi, reperendo finanza certo, ma non solo bancaria, anche valutando l’emissione di bond, l’aggregazione di filiera senza paura di prevedere magari il salto di quotarsi in borsa se il su prodotto/servizio lo richiede per crescere. Sembra che tutto ci indichi di cogliere la politica fiscale espansiva, di investire e sopratutto di innovare per aumentare dimensionalmente e competitivamente.


Sappiamo infatti che le misure di politica fiscale espansiva sono volte a ricostruire la classe media (che genera i consumi) che mai come in questo ultimo decennio si è impoverita e on torto collo trasformata. Quindi consigliamo grande attenzione al “vicino” mercato europeo prima ed alla nuova normalità che impatta i processi di internazionalizzazione (basti pensare alle attuali difficoltà da e per il mercato americano) e supply chain.


Consigliamo di iniziare con l’analisi della salute dell’ Impresa e del panorama innovativo finanziario e digitale che abbiamo a disposizione per crescere.



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